grinta e agonismo non sono stati sufficienti alla lazio per imporsi ad una fiorentina apparsa parecchio giù di tono, specialmente nei repartì difensivi. malgrado tutto, i toscani si sono imposti per 1 a 0. ai laziali è mancato totalmente il giuoco d'attacco e soprattutto l'uomo di punta che sapesse concretizzare in gol la superiorità della manovra a metà campo, che a volte è stata molto decisa. ıl dinamismo di mari e la buona volontà di galli non potevano infatti bastare a dare il necessario peso ad una prima linea in cui non sono quasi mai esistiti bartù, governato e d'amato. la traballante difesa viola, in cui hanno deluso castelletti e robotti, pur salvandosi spesso in maniera avventurosa, non è mai stata impegnata seriamente. anche nel reparti avanzati la fiorentina non è i'iuscita a combinare molto. ma un orlando in gran forma e un morrone smanioso di far valere la legge degli « ex », hanno dato vita a più di una bella manovra che ha trovato vita facile nelle larghe maglie difensive laziali. ınfatti la squadra biancoazzurra, subito il gol a pochi minuti dall'inizio, è stata costretta ad attaccare esponendosi pericolosamente ai contropiede avversari. la rete giungeva al 7' di giuoco morrone fuggiva velocissimo in contropiede lungo la linea laterale, superava pagni che cadeva a terra e dalla linea di fondo traversava una palla che sorvolava le teste di parecchi difensori biancoazzurri. bertini appostato al centro dell'area aveva il tempo di aggiustarsi il pallone e dì centrare il bersaglio a colpo sicuro. la reazione dei laziali era rabbiosa ma nessun pallone pericoloso veniva indirizzato verso albertosl il quale soltanto al 40' era costretto a deviare di pugno un insidiosissimo centro di bartù da distanza ravvicinata. ıl contropiede dei viola, poi diveniva ancor più pericoloso nella ripresa. presi dalla foga, i difensori laziali faticavano per sguarnire la difesa in cui si incuneavano le guizzanti punte fiorentine. al 14' durante una di queste azioni hamrin giungeva, con una delle sue inarrestabili serpentine, a due passi da cei. ostacolato da dotti, preferiva passare lateralmente a morrone. ıl compagno di squadra riusciva a fare la cosa più difficile, cioè con la porta spalancata a non più di due metri, mandava la palla a lato. lo scampato pericolo infondeva nuove energie ai biancoazzurri che non riuscivano però a portarsi mai ın zona di tiro. l'unico pericolo, albertosi lo correva a due minuti dalla fine quando bartù, con tiro fortissimo sferrato da lontano, colpiva lo spigolo superiore dell'incrocio dei pali.