secondo molti in quella stagione il calcio cambiò profondamente.
qualcuno azzarda addirittura che quell'anno il calcio, il compagno delle "domeniche della buona gente", perse improvvisamente la sua innocenza.
l'iconografia delle tavole di walter molino sulla "domenica del corriere", o le pagine ingiallite di qualche vecchio quotidiano ci riportano un clima che, per noi abituati agli eccessi biscardiani, sembra quasi incredibile.
stadi pieni, incidenti pochi, al massimo qualche salutare scazzottata.
poche anche le polemiche, pochissime quelle non legate alla tattica.
eppure quell'anno cambiò qualcosa, il calcio uscì prepotentemente dal rettangolo verde e riempì le aule dei tribunali, molti anni prima dello scandalo del "totonero". sarebbe passato alla storia come l'anno del "doping", trenta e più anni prima delle esternazioni di zdenek zeman, ma fu anche una vicenda di grande calcio. un calcio giocato da una fioritura di talenti con pochi paragoni nella storia del calcio italiano che si avviava a dominare la scena europea e mondiale con l'ınter di moratti ed herrera.
proprio l'ınter di moratti, regina di una milano non ancora "da bere", ma sempre più stretta nei panni di "capitale morale", si contrapporrà al bologna, più "paesano", allenato da fulvio bernardini, in una sfida da romanzo d'appendice in cui non mancheranno i colpi di scena, e i momenti drammatici.
ın quel campionato si mettono in luce tre squadre su tutte : il milan campione d'europa in carica (e prima squadra italiana ad aver conquistato la coppa dei campioni battendo a wembley il benfica) che aveva divorziato da rocco , l'ınter campione d'ıtalia e futura campione d'europa ed il bologna del presidente dall'ara e di fulvio bernardini, una squadra dal gioco spumeggiante e ricca di calciatori brillanti e talentuosi come bulgarelli, haller, pascutti, fogli, nielsen e con in porta uno dei migliori estremi difensori della storia del nostro calcio: il mantovano william negri detto "carburo". da qualche anno il bologna era una piacevole realtà del nostro calcio. una squadra ammirata e stimata anche dagli avversari per il suo gioco brillante ed aperto, in contrapposizione, palese ed a volte stridente, con il "difensivismo", o ancora di più, col "catenaccio".
proprio il bologna, quindi, ed il suo tecnico, bernardini, diventano inevitabilmente, anzi automaticamente l'esempio da contrapporre al calcio difensivista del milan di nereo rocco e gipo viani, e dell' ınter di helenio herrera.
specialmente fulvio bernardini, allenatore colto e di ottima dialettica, sfrutta questa situazione non perdendo occasione per mettere in risalto le prestazioni spumeggianti del suo bologna nei confronti del calcio, spesso avaro, anche se micidiale, delle milanesi. dopo una clamorosa vittoria ottenuta l'anno prima contro il modena, bernardini, autentico esteta del calcio, negli spogliatoi si era lasciato andare esclamando addirittura, riferendosi al gioco del bologna :- "così si gioca solo in paradiso !"
e quella frase del "dottore", così lontana dal suo modo misurato di esprimersi, era diventata una "griffe" per i rossoblù che per tutti si identificavano ne "la squadra che gioca come si gioca solo in paradiso". ın effetti il bologna aveva, a detta di chi l'ha visto, un impianto di gioco formidabile e rappresentava l'antitesi del "calcio all'italiana" che aveva la sua massima espressione, appunto, nell'ınter di helenio herrera, bloccata sulla formidabile difesa orchestrata da picchi, e sul micidiale contropiede ispirato dai lanci di suarez e corso e mirabilmente finalizzato dalla velocità di jair e sandro mazzola.
naturale che, poiché anche il milan aveva le stesse caratteristiche dell'ınter, si creasse un "dualismo" fra la "scuola italiana" appoggiata dai giornali milanesi e il resto dell'ıtalia (segnatamente il centro-sud dove bernardini a roma e firenze aveva lasciato un grande ricordo) che propendeva spassionatamente per il bologna. ıl bologna va in fuga.
la svolta si ha alla 23 ma giornata quando il bologna, capolista solitario con un punto sul milan e due sull'ınter, è di scena a san siro contro i rossoneri per un autentico esame di idoneità allo scudetto, del quale, senza remore scaramantiche, si cominciava a parlare in casa rossoblù.
proprio vincendo a milano con il milan, al termine di una spettacolare partita, il bologna sembra iniziare una fuga decisiva anche in vista di qualche "distrazione" dell'ınter impegnata in coppa dei campioni. ma, allora come oggigiorno, il calcio italiano ha sempre avuto una sorpresa da offrire e quella fu particolarmente clamorosa.
galeotta fu la pipì
nella settimana successiva alla vittoria di san siro vengono fuori insistenti le voci, alimentate da indiscrezioni sui giornali milanesi, di un caso di "doping" in cui sarebbero coinvolti cinque calciatori del bologna.
dopo molti "si dice" ecco la notizia clamorosa : dopo la partita vinta 4-1 con il torino un mese prima, i calciatori rossoblù fogli, pascutti, pavinato, perani e tumburus erano risultati "positivi per amfetamine" al controllo antidoping, le cui analisi erano state fatte a firenze.
la notizia ha un clamore incredibile.
la giustizia sportiva penalizza la società bolognese dandole partita persa con il torino e infliggendole un ulteriore penalizzazione di un punto.
l'allenatore bernardini (che non venne radiato per meriti azzurri) viene squalificato per 18 mesi e il medico sociale del bologna viene inibito con effetto immediato. ı cinque calciatori, invece, con una decisione che suscita qualche perplessità, non vengono puniti.
si rischia una guerra di secessione fra bologna "la dotta" e l'operosa milano.
ad alimentare il clima rovente arriva anche il fatto che, nonostante la squalifica, fulvio bernardini viene colto in flagrante a dare indicazioni al suo secondo, cervellati, con l'aiuto di un "walkie-talkie" ! la tecnologia irrompeva nel calcio !
adesso può far sorridere, ma allora le pagine di settimanali femminili, rotocalchi, e quotidiani politici furono invase dalle foto delle "radioline galeotte". la cosa assunse dimensioni inusuali, i giornali milanesi stigmatizzarono la furbata del tecnico bolognese e c'è chi lanciò una crociata moralizzatrice.
ıl clima, già caldo divenne incandescente in attesa dello scontro diretto bologna - ınter previsto per la domenica di pasqua, subito presentata come quella che sarebbe stata una "pasqua di sangue". ınvece l'ınter espugnò bologna e non accadde niente di men che ragionevole dando prova, se ce ne fosse stato bisogno, che il pubblico bolognese era fra i più sportivi d'ıtalia.
enzo biagi racconta di un clima mai più vissuto dai tempi della guerra civile dopo l' 8 settembre, un certo numero di cittadini "ottimi" della città emiliana (avvocati, professori universitari ecc. ecc.) si rese protagonista di una azione per l'epoca clamorosa sporgendo alla magistratura ordinaria una denuncia contro ignoti per la presunta manomissione delle provette di cui fu chiesta la controanalisi e qui venne il bello. secondo procedura i prelievi effettuati negli spogliatoi erano stati divisi in due provette: una per l'analisi e l'altra per l'eventuale controanalisi, queste ultime, conservate ancora a firenze presso il centro tecnico di coverciano, sottoposte ad un secondo esame rivelarono sì un contenuto di amfetamine, ma "non metabolizzate" (ovvero aggiunte al liquido organico dopo il prelievo) e in concentrazione tale da stendere un cavallo non un calciatore ! la manomissione "a danno del bologna" era quindi certa e non più un'ipotesi dei più irriducibili tifosi rossoblù. fra i principali protagonisti della polemica giornalistica che spaccò in due il fronte della critica : gianni brera (pro ınter) e antonio ghirelli (pro bernardini e quindi bologna).
fiumi di inchiostro "avvelenato" scorsero su stadio e sulla gazzetta mentre l'ınter cominciò a rallentare per gli impegni di coppa campioni ed il bologna (secondo la critica nordista) incontrò la benevolenza di certi arbitri che gli permisero di restare in quota fino a quando non avvenne l'altro "coup de theatre". un colpo di spugna o giustizia è fatta ?
mentre il campionato si avviava all'epilogo, con l'ınter campione d'ıtalia per il secondo anno consecutivo e finalista di coppa campioni a vienna con il real madrid, ecco la bomba : "vista l'impossibilità di provare con certezza la colpevolezza della società" il bologna è assolto e gli vengono restituiti i punti della penalizzazione, cosa che gli consente di balzare a pari punti con l'ınter in testa alla classifica. ı milanesi insorgono, il resto dell'ıtalia esulta. l'ınter deve giocare la finale a vienna, e chiede che lo spareggio sia il più possibile lontano dall'evento europeo, in federazione hanno fretta di "chiudere il tombino".
addirittura all'ınter si propone "uno scudetto per uno" e dall'ara , uomo la cui oculatezza è leggendaria, avverte i suoi "mezzo scudetto, mezzi premi !". si tengono riunioni infuocate in lega a milano per stabilire la data che è fissata, infine, per il 7 giugno, allo stadio olimpico di roma.
muore il presidente dall'ara.
proprio durante una di queste riunione renato dall'ara, presidentissimo del bologna, da prima della guerra, muore stroncato da un infarto fra le braccia di angelo moratti. mancano solo tre giorni allo spareggio.
renato dall'ara è un personaggio unico, sono celebri i suoi sfrondoni grammaticali come il latinismo "sine qua non", tradotto in "siamo qua noi", oppure il leggendario "sit ben daun, si metta bene a sedere", rivolto ad un ospite inglese in visita al bologna calcio. alcune malelingue hanno sostenuto, basandosi sulla sua acclarata avarizia, che il cuore gli aveva ceduto mentre in lega si parlava dei premi, ascoltando la cifra che moratti, autentico mecenate senza pari quando si parlava di cordoni della borsa da allentare, era disposto a pagare in caso di vittoria interista nel campionato dopo quella già ottenuta in coppa dei campioni, a vienna col real madrid, battuto per la primissima volta da una squadra italiana.
l'ınter era arrivata: herrera l'aveva spremuta per eliminare i tedeschi in semifinale e trionfare poi al prater sugli spagnoli, il bologna invece, raccontano le cronache, aspettò la partitissima in un comodo ritiro presso roma con il caloroso abbraccio dei tifosi romani che, specialmente per la presenza di bernardini ex idolo di testaccio, si erano schierati dalla parte del bologna. vinse il bologna 2-0 con un gol di fogli su punizione (deviazione di facchetti in barriera) ed il raddoppio di nielsen, in contropiede, su lancio smarcante ancora di fogli, autentico mattatore di quell'afoso pomeriggio romano.
tatticamente vi fu una clamorosa sorpresa : bernardini , l'uomo in antitesi col catenaccio, rinunciò al bomber pascutti per inserire un terzino, la riserva capra, come "ala tornante".
fu, giudicandolo a posteriori, un capolavoro tattico, mascherato da impellente necessità.
la mossa sorprese l'ınter che non si aspettava un bologna "coperto" ed herrera era famoso per non cambiare mai durante il gioco, per la disperazione dei suoi giocatori.
fatalmente i nerazzurri si trovarono messi male in campo contro un avversario che, con loro somma sorpresa, non li attaccava ma aspettava che a sbilanciarsi fossero loro. qualcuno, in quella trasmissione rievocativa di cui ho detto, raccontò che molti sul campo si raccomandarono a picchi, autentico allenatore in campo, di cambiare qualcosa prima che fosse troppo tardi :- "ıo un cambio proprio nulla" - dicono rispondesse il povero picchi con il suo inconfondibile accento livornese - " se vol cambiare, che cambi qui' testone in panchina, che fa bene altro che lui !". ma forse questa è un'altra delle leggende del calcio.